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Filiere eque iblee

Parliamo di mandorle, una delle colture tipiche del Sud-Est della Sicilia, specialmente nelle varietà locali pizzuta, fascionello e romana, tutte dal guscio particolarmente duro. Anche questa coltura vive di prezzi ballerini e a farne le spese sono produttori e trasformatori. La raccolta, quando non meccanizzata, è una delle più faticose: avviene in agosto sotto il sole cocente. Ormai quasi solo gli immigrati si adattano a questo lavoro anche con salari bassissimi e in condizioni molto dure.

Il progetto nasce da quattro aziende di cui due agricole (Michele Modica e Emanuele Sparacino) alla ricerca di una modalità condivisa e dignitosa di raccogliere e sgusciare le loro mandorle, di una remunerazione che permetta di pagare correttamente i lavoratori e della tracciabilità di prodotto (significa la certezza che, se si portano a far sgusciare le mandorle, si abbiano indietro le proprie e non altre). Le altre due sono cooperative sociali, una di commercio equo (Quetzal) e una carceraria (Sprigioniamo Sapori), che utilizzano le mandorle per le loro produzioni dolciarie: volevano mandorle locali, biologiche, eticamente prodotte.

Il sogno era di applicare i principi del commercio equo (prezzo trasparente, giusto e stabile) anche all’agricoltura del nostro Paese. Nell’aprile 2016 si sono costituite in un Contratto di Rete che si chiama Filiereque Iblee con sede a Modica. A settembre 2016 aprono un laboratorio di sgusciatura e confezionamento, certificato BIO da ICEA, nel quale lavorano stagionalmente due operatori all’acquisto e sgusciatura e due operatrici al confezionamento.

Hanno realizzato un sistema di controllo e garanzia sull’eticità della filiera e un sistema di tracciabilità del prodotto. Il laboratorio fornisce anche per conto terzi la sgusciatura con tracciabilità di prodotto e il confezionamento ai produttori interessati a questi servizi.

Partiti dalla filiera della mandorla, l’idea è di estendersi anche ad altre colture autoctone e alla tutela in particolare delle loro varietà locali, selezionate nei secoli e adattate alle condizioni locali, con rese inferiori, ma senza necessità di irrigazione.

Ci interessa coinvolgere soprattutto decine di piccoli produttori del nostro territorio insieme ad alcuni medio-grandi, ma i piccoli sono per noi importanti perché se non troveranno condizioni di guadagno e di servizio diverse da quelle attuali, nei prossimi anni abbandoneranno le colture tradizionali (e l’agricoltura tutta) con grave danno anche per il paesaggio e l’ambiente.

Gli obiettivi del progetto Filiereque sono:

– uscire dalla logica da materia prima coloniale cioè: una produzione senza valorizzazione e con scarso consumo locale, fermare l’oscillazione dei prezzi, evitare prezzi ai produttori identici a quelli di 30-40 anni fa;
– alimentare un circolo virtuoso che redistribuisca meglio la redditività di un prodotto fra i vari attori della filiera senza interessi speculativi e che alla fine permetta anche di pagare correttamente gli operai impiegati in agricoltura.

Il Contratto di Rete fra aziende diverse è lo strumento che permette di:

– mettere insieme vari pezzi della lavorazione del prodotto utili all’intera filiera e vari interessi (chi produce e chi cerca materia prima da trasformare);
– garantire e verificare la tracciabilità qualitativa ed etica di tutta la filiera;
– fissare, far valere e comunicare il prezzo trasparente del prodotto;
– dedicarsi alla promozione e valorizzazione culturale dei prodotti;
– portare una sostanziale innovazione di sistema nelle filiere agricole.

Caratteristiche dell'azienda

Al momento si sono coordinate 6 aziende.
La principale è Coop. Quetzal – la Bottega Solidale: che nasce nel 1995 per promuovere a Modica il commercio equo e solidale.Un’intuizione: il commercio equo per essere credibile in Sicilia deve confrontarsi con la sfida di creare posti di lavoro, deve promuovere circuiti di produzione locali, puliti e sostenibili, un’altra economia. Per questo dopo la Bottega del Mondo inizia nel 1999 il progetto di produzione della cioccolata di Modica. Inizialmente la fanno produrre al laboratorio della Casa di accoglienza “Don Puglisi”, distribuendola a tutte le Botteghe del Mondo in Italia. Nel 2004 aprono un laboratorio per la produzione di cioccolato secondo tradizione con materie prime di commercio equo e solidale e lavoro pulito, acquistando il locale con un mutuo di Banca Etica, legati ad una associazione di donne maya ixil del Guatemala,dalle quali per qualche anno hanno importato i tessuti che realizzavano con il tradizionale telaio a cintura, e per questo hanno scelto come nome “quetzal” che è il simbolo del Guatemala e della libertà: è un pappagallino che messo in gabbia muore.Le donne sono sempre state protagoniste nella storia: dalle tessitrici maya delle origini, alle donne che hanno sempre animato la Bottega Solidale, alle donne del laboratorio, alle socie.

le altre:
Coop. Sprigioniamo Sapori
Az agr. Villa Casale
Az Agr. Emanuele Sparacino
Az Agr. Terre di Ritillini
Az agr. Il roveto

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