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Sfruttazero

Sfruttazero, il progetto di agricoltura sociale che portano avanti dal 2015 con l’Associazione Diritti a sud di Nardò e Solidaria di Bari, si caratterizza per la cura dell’intera filiera del pomodoro per produrre salsa, è di per sè un progetto dall’alto valore sociale. E’ prodotta coltivando pomodori con amore e coraggio dai due gruppi che si ribellano allo sfruttamento, alla mancanza di lavoro e alla filiera sporca fatta di multinazionali che impongono prezzi troppo bassi, mediatori, caporali e braccianti che, costretti a turni di lavoro sfiancanti, guadagnano quattro euro a cassone dove un cassone di pomodori pesa trecentocinquanta chili. Sfruttazero si oppone a tutto questo e dimostra che invece è possibile praticare un’agricoltura rispettosa delle persone e della natura, per cui mirano alla alternativa allo sfruttamento nel mondo del lavoro, in particolare nel settore agricolo, e sulla creazione di lavoro pulito, ben retribuito e tutelato da contratti regolari, con busta paga, assicurazione sul lavoro e pagamento dei contributi, e sulla cura naturale del terreno. Nei loro campi di pomodoro la chimica è totalmente bandita.
In Sfruttazero lavorano persone italiane e straniere, migranti vittime di caporalato, giovani uomini e donne disoccupati o precari, senza alcuna distinzione di nazionalità, religione, appartenenza culturale o orientamento sessuale.
Fanno parte della rete nazionale Fuori Mercato, che ha l’obiettivo di creare un mercato alternativo a quello in cui dominano le logiche del profitto e utilizzando parte dei proventi delle vendite abbiamo costituito una cassa di mutuo soccorso, con cui sosteniamo le necessità e le rivendicazioni dei migranti che vivono ancora nei ghetti dell’Italia del Sud.
L’associazione culturale iscritta alla camera di commercio di Lecce per l’attività agricola che portiamo avanti con il progetto sfruttazero.

Caratteristiche dell'azienda

Stanno sviluppando le tecniche colturali in arido-coltura per cercare di arginare lo spreco delle risorse idriche seguendo le pratiche dell’agricoltura naturale, con poche lavorazioni meccaniche del terreno che curano con composti e macerati (letame, aglio, ortica, fico d’india etc.) auto-prodotti.
Hanno cambiato terreno per tre anni consecutivi, da febbraio 2017 hanno un terreno con affitto regolarmente registrato per un anno. Il terreno è di due ettari e si trova in contrada Sabelluccia, vicino al centro abitato di Nardò. Non si trova in una zona svantaggiata ma in una regione in cui c’è il problema della siccità e della scarsezza di acqua, sono piantate soltanto varietà locali, che sono più resistenti al caldo, sostituendo totalmente quella ibrida.
Commercializzano con la rete fuori mercato -autogestione in movimento e diversi gas, soprattutto in trentino alto-adige.

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