È un momento cruciale nella storia di Campi Aperti: è stata, infatti, fatta la scelta di mettere a bando le aree mercatali di via Gobetti (ex XM24), via Paolo Fabbri, via Pieve di Cadore, p.zza Verdi.
Campi aperti ha organizzato una petizione in cui chiede di ritirare i bandi per la concessione del pubblico per i mercati agricoli, a partire da una revisione pubblica e partecipata, del regolamento per i mercati contadini –a partire dalla proposta elaborata da Campi Aperti– e di prorogare tutte the convenzioni in essere, per tutti i mercati di vendita diretta, fino alla definitiva approvazione di un nuovo regolamento.
Firma la petizione contro la messa a bando dei mercati contadini
Segue la lettera aperta di Campi Aperti all’amministrazione comunale:
Campi aperti ha organizzato una petizione in cui chiede di ritirare i bandi per la concessione del pubblico per i mercati agricoli, a partire da una revisione pubblica e partecipata, del regolamento per i mercati contadini –a partire dalla proposta elaborata da Campi Aperti– e di prorogare tutte the convenzioni in essere, per tutti i mercati di vendita diretta, fino alla definitiva approvazione di un nuovo regolamento.
Firma la petizione contro la messa a bando dei mercati contadini
Segue la lettera aperta di Campi Aperti all’amministrazione comunale:
Egregio assessore Alberto Aitini,
spettabile Giunta del Comune di Bologna,
Apprendiamo con un certo stupore della scelta di mettere a bando le aree mercatali di via Gobetti (ex XM24), via Paolo Fabbri, via Pieve di Cadore, p.zza Verdi.
Sono quattro mercati attualmente regolati da “patti di collaborazione”. Eravamo concordi –lo avevamo anche comunicato più volte– nel ritenere superato lo strumento specifico: troppo dipendente da una discrezionalità dell’amministrazione di turno.
Per questa ragione abbiamo preparato una bozza di nuovo regolamento e siamo pronti da subito a confrontarci con l’amministrazione e la città in modo trasparente e costruttivo.
Scarica qui la proposta di modifica del regolamento mercati
Scarica qui la proposta di modifica del regolamento mercati
Dunque, perché mettere a bando i mercati? Ce lo chiediamo, ve lo chiediamo. Noi però possiamo dirvi perché non farlo:
- perché i bandi per le aree mercatali, di fatto, equiparano produttori e commercianti.
Se non fosse chiara la differenza: non è la stessa cosa aver investito tempo, denaro e fatica per impiantare un orto e non saper cosa fare di casse di zucchine e meloni rispetto a dover trovare un altro fornitore per delle scope da giardino da rivendere. Togliere mercati ai contadini significa uccidere le realtà agricole del nostro territorio; - perché i bandi servono a scatenare la concorrenza. Una guerra tra poveri dove chi vince non partecipa nemmeno alla gara. Sempre i soliti, indicibilmente più forti: è la grande distribuzione organizzata, che non ha bisogno di partecipare a bandi per avere spazi commerciali, mentre i contadini si combattono un posto al mercato;
- perché questo bando è scritto “contro” un’idea di mercato. Quella idea di mercato che Campi Aperti promossa ormai da vent’anni a Bologna. Si, perché, sennò, non posseduto senso non riconosciuto a punteggi per l’esperienza pregressa nella gestione dei mercati contadini. Così come non preferito chi potrebbe proporsi come gestore delle quattro aree contemporaneamente. Unico senso che ravvediamo è punitivo: assegnate mercati “sperimentali” a soggetti che quei mercati li animano da anni, in alcuni casi da molti danni;
- perché il bando crea un vuoto di mesi in quelle aree, da settembre a gennaio. Cosa direte alle migliaia di avventori di quei mercati? E cosa dovrebbero fare i contadini dei quintali di cavolfiori già piantati nei campi che saranno pronti per la raccolta in autunno?
- perché il bando crea discontinuità.
Crediamo, e siamo convinti di aver dimostrato, che i nostri mercati sono molto più che spazi commerciali: sono luoghi di costruzione di una comunità. Spazi di socializzazione e di reciproco riconoscimento. E allora, francamente, non si capisce il motivo per il quale, ogni due anni (perché comunque l’assegnazione dura solo due anni di ricerca), queste comunità dovrebbero sciogliersi per poi, se va bene, riaggregarsi altrove; - il bando distrugge una comunità di produttori e co-produttori: i nostri co-produttori, frequentano i mercati per motivi, non solo perché offriamo prodotti biologici, ma anche perché non pratichiamo la compravendita, garantiamo la dignità del lavoro nei campi, abbiamo un sistema di garanzia partecipata. Frequentano i nostri mercati insieme siamo una comunità, dove ai processi decisionali rispetto a prezzi, politica e progetti. Si tratta di mercati di comunità, fatti di produttori e co-produttori, mercati che hanno un’anima e non di aree mercatali generiche, dove a mercato vale l’altro e se cambiano i produttori e organizzazione del mercato fa lo stesso.
Per queste ragioni chiediamo di non pubblicare il bando.
Nel frattempo, chiederemo alla parte di città (ed è la maggior parte, noi lo sappiamo) che ha costruito con noi le comunità vive e attive che si ritrovano nei nostri mercati, di aiutarci a spiegare le nostre ragioni.
Non siate sordi. Tanto la nostra voce vi raggiungerà comunque.
Campi Aperti per la Sovranità Alimentare