Pomilla, il primo progetto di filiera per i soci di Camilla, quest’anno si fa in tre e coinvolge anche le altre due cooperative autogestite dell’Emilia-Romagna: Oltrefood di Parma e Stadera di Ravenna. Un passo avanti nella direzione di una collaborazione stretta con le altre realtà che supportano filiere alternative a quelle industriali e che sperimentano autogestione e cooperazione come strumenti di cambiamento e ricerca di alternative praticabili.
Una passata di pomodoro che si conferma genuina, contadina, dei nostri territori, cui si aggiunge la tutela dell’agrobiodiversità, una componente rivoluzionaria e più che mai attuale, grazie all’utilizzo di una quantità di pomodoro cresciuto da semi autoprodotti in azienda, nato da un progetto di “selezione genetica partecipativa ed evolutiva” sviluppato qualche anno fa dall’associazione Campi Aperti con la collaborazione del genetista prof. Salvatore Ceccarelli (in fondo a quest’articolo un approfondimento di Germana Fratello sul progetto). La foto di copertina testimonia la bellezza nella diversità di questi pomodori!
Sono stati 30 i quintali di pomodoro fresco complessivamente trasformati, in crescita rispetto ai 18 dello scorso anno proprio grazie alla collaborazione con le altre cooperative, e al coinvolgimento di cinque aziende agricole, due in più rispetto allo scorso anno. Il pomodoro è stato raccolto e selezionato a mano dalle aziende nei terreni curati da loro nelle province di Bologna, Modena e Ferrara, pagato con la giusta remunerazione del lavoro dei produttori, più dello scorso anno e dando al prodotto un valore quasi 10 volte più alto di quanto valutato mediamente dai canali tradizionali.
Abbiamo contato sulle produzioni delle aziende Cà Battistini di Valsomaggia (Bologna), Carla Zanarini di Bologna, Elisa Mattioli di Modena, “il Serraglio” di Ospital Monacale (Ferrara) e Fattoria Masi di Sasso Marconi (Bologna).
L’opera è completata con una etichetta comune alle tre cooperative, le uniche che distribuiranno la passata (con tutte le informazioni e la precisa composizione del prezzo) legata al vaso senza uso di colle, per favorire facilmente il riuso dei contenitori in casa o da nostri produttori.
Nel nostro emporio avremo a disposizione dai primi di settembre circa 1.200 vasi per ciascuno dei due formati prodotti (314 ml e 720 ml).
Non ci resta che gustarla a pieno, in tutta la bellezza della sua diversità!
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Perchè sostenere la selezione genetica partecipativa ed evolutiva? di Germana Fratello, produttrice di Campi Aperti
Forse già sapete che negli ultimi decenni stiamo assistendo ad una rapida diminuzione dell’agrobiodiversità, cioè del numero e della varietà delle piante coltivate, e forse sapete anche che parallelamente a questo il mercato mondiale dei semi continua progressivamente a concentrarsi nelle mani di poche aziende multinazionali che promuovono la diffusione di sementi sempre più uniformi. La diminuzione della agrobiodiversità nei campi causa anche una minore diversità del nostro cibo.
Reagire a questo catastrofico impoverimento è possibile! La risposta si chiama selezione genetica partecipativa ed evolutiva. Se riportiamo il miglioramento genetico e la produzione delle sementi nelle mani dei contadini possiamo ricominciare a diffondere varietà geneticamente diversificate che si possono adattare ai diversi ambienti e ai cambiamenti climatici; possiamo ricominciare a scegliere cosa coltivare; possiamo contribuire a diffondere biodiversità invece che uniformità. Questo aiuta anche a migliorare la nostra salute, visto che l’aumento di molte malattie tra cui i tumori, è stata messa in relazione con l’uniformità del cibo, conseguenza della diminuzione della agrobiodiversità.
Questi pomodori sono il primo piccolo passo: nel 2016 nella serra di uno dei contadini di CampiAperti abbiamo piantato pomodori di 14 varietà e 9 ibridi diversi, favorendone l’incrocio. Dai pomodori prodotti da queste piante abbiamo estratto i semi risultanti da tutti questi incroci. Con la consulenza del genetista Salvatore Ceccarelli, che da anni promuove il miglioramento genetico partecipativo ed evolutivo, abbiamo iniziato un lavoro di selezione e adattamento alle diverse condizioni delle nostre aziende.
Se in questo percorso ci aiutate accettando di provare, con un po’ di curiosità e apertura, il prodotto ottenuto, anche voi darete un contributo a questo percorso.
Coltiviamo insieme la biodiversità e poi mangiamola!