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Diamo luce a Riace

Vuoi aiutare Mimmo Lucano e il suo progetto per Riace?

Già dal 2021, subito dopo la condanna in 1° grado di Mimmo Lucano, Camilla si è attivata per costituire il gruppo bolognese del progetto “Diamo Luce a Riace”, che in sinergia con altre organizzazioni, intende sostenere i progetti per la ripartenza di “Riace, città dell’accoglienza”.

I progetti di recupero e valorizzazione delle attività artigianali presenti in paese le botteghe, il frantoio, sono stati fermati a seguito delle inchieste giudiziarie e della decisione del ministro dell’interno dell’epoca, Matteo Salvini, di escludere Riace dalle attività di accoglienza.

Alcune case del borgo di Riace lasciate vuote dagli emigrati calabresi sono state restaurate nel corso degli anni e destinate all’accoglienza di persone migranti. Diamo luce a Riace, grazie alle donazioni continuative delle persone partecipanti, ha consentito dall’ottobre del 2021 di pagare mensilmente le bollette elettriche di tutte le case dei migranti e delle botteghe artigianali create dal progetto Riace.

Sostieni Riace con una donazione

I 140 sostenitori attuali stanno riuscendo a coprire i costi delle bollette, nonostante gli aumenti, tuttavia servono altri contributi per gli affitti, i contratti di lavoro degli operatori per il doposcuola, la mensa, le botteghe e la fattoria sociale. Adesso più che mai c’è bisogno di continuare a sostenere il progetto.

Come gruppo bolognese “Diamo Luce a Riace” abbiamo aperto un conto in Banca Etica per poter contribuire. Tu ci puoi dare una mano? 

Intestazione: DIAMO LUCE A RIACE
IBAN:  IT18W0501802400000017114919

Grazie.

Gruppo bolognese “Diamo Luce a Riace” | Contatti: Fabio Zanotti – 348 2809144 – fabio.zanotti1@gmail.com

PS: per dare continuità al progetto e garantire un futuro a Riace è preferibile un bonifico ricorrente, anche di piccola entità.

Chi è Mimmo Lucano? 

Mimmo Lucano, sindaco di Riace dal 2004 al 2018 ha trasformato un borgo semi-abbandonato in Calabria in un esempio virtuoso di accoglienza per le persone migranti. Sono state create opportunità di inserimento lavorativo, data nuova vita al paese con la riattivazione di servizi pubblici dismessi (scuola, presidio sanitario) e inserito nel tessuto sociale persone provenienti da diversi paesi del mondo. 

Il procedimento giudiziario 

Nel 2017 è stato aperto nei suoi confronti un procedimento penale che si è concluso con una condanna a 13 anni e 2 mesi di reclusione da parte del Tribunale di Locri. Mimmo ha subito anche l’obbligo temporaneo di allontanamento dalla propria dimora e l’infamante accusa di aver agito per ragioni di profitto, ma l’azione di Mimmo a Riace è stata evidentemente improntata alla solidarietà con gli atti contestati che hanno riguardato il sostegno a persone in difficoltà e dimenticate da tutte le istituzioni. Tuttavia non è mai venuta meno la solidarietà di tante persone in Italia e tanti altri Paesi che hanno conosciuto direttamente Riace e apprezzato i risultati ottenuti. 

Nell’ottobre 2023 la corte d’Appello di Reggio Calabria ha ribaltato la sentenza di 1° grado assolvendo Mimmo da tutte le accuse più infamanti quali l’associazione a delinquere, la truffa e il peculato e restituendo dignità al suo operato nell’accoglienza dei migranti.

Ancora oggi il ministero è in debito con l’associazione che ha gestito i progetti di accoglienza, e la strada scelta è quella dell’autofinanziamento collettivo!

Cosa ci insegna l’esperienza di Riace sull’accoglienza

L’esperienza di Riace ci ha insegnato tante cose, a partire dal fatto che l’accoglienza fa bene non solo a chi è accolto ma anche a chi accoglie. Riace ha dimostrato che è possibile accogliere là dove gli emigranti hanno lasciato terra svuotando i paesi lasciando spesso solo la criminalità organizzata e la triste politica a decidere il futuro dei paesi delle persone, mentre accogliere può significare rinascita sociale, economica e anche politica.

Qualcuno ha scritto che si deve parlare di un altro “modello di cittadinanza” e non solo di accoglienza. Un modello efficace con cui lo Stato risparmia, non si finanziano le aberranti strutture di contenimento o, peggio, le baraccopoli.

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