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Si costituisce la cooperativa!

Giovedì 21 giugno alle ore 17, a Bologna, presso il Centro Interculturale “Zonarelli”, si è costituita ufficialmente la cooperativa che gestirà Camilla, il primo emporio di comunità in Italia.
Le foto della giornata sono in questo album.

Dopo la costituzione della cooperativa, fatta da un gruppo di circa cinquanta soci fondatori, sono aperte le adesioni! Tutte le altre persone che hanno già dato la pre-adesione e quelle che non le avevano fatto ma sono interessate ad aderire potranno farlo in occasione dei banchetti presenti in città già da luglio.

L’emporio sceglierà i suoi produttori con criteri etici, nel rispetto dei lavoratori e della sostenibilità ambientale, dando nuova rilevanza alle relazioni sociali, alla base di un’economia più solidale.

Una cooperativa a ciclo chiuso
 Grazie all’iniziativa del Gas Alchemilla e dell’Associazione Campi Aperti nasce a Bologna il primo emporio di comunità in Italia, gestito da una cooperativa. Camilla sarà una cooperativa di consumo a ciclo chiuso, vale a dire che i soci saranno al tempo stesso clienti (i soli che potranno acquistare), gestori, perchè metteranno tutti a disposizione della cooperativa 3 ore al mese, e proprietari, perchè tutti contribuenti al capitale sociale della cooperativa.

Le persone che hanno già aderito in un anno sono 450
Il progetto Camilla ha mosso i suoi primi passi a settembre del 2017, raccogliendo finora 450 soci aderenti che hanno partecipato al percorso di progettazione e costituzione della cooperativa. I prossimi passi vedranno l’apertura dell’ emporio a Bologna entro i primi mesi del 2019.

I valori
I soci stessi selezioneranno solo alimenti e altri beni di buona qualità, sulla base di criteri di sostenibilità ambientale e sociale, tenendo in considerazione l’intero ciclo di vita dei beni (dalle materie prime, fino allo smaltimento post-consumo; dalle condizioni dei lavoratori impegnati nella produzione, fino alla gestione dei rapporti commerciali dell’azienda produttrice).

I prodotti
Gli alimenti scelti (saranno disponibili anche prodotti non alimentari come detersivi, detergenti per la persona, etc.) proverranno da
agricoltura contadina, biologica e/o biodinamica, saranno quindi prodotti con metodi di coltivazione e di allevamento che utilizzano esclusivamente sostanze naturali ed escludono il ricorso a sostanze sintetizzate chimicamente (concimi, diserbanti, insetticidi) e a forme di allevamento intensivo, per salvaguardare la fertilità naturale del suolo, evitare lo sfruttamento intensivo delle risorse naturali e l’inquinamento del suolo e delle acque.

Equo compenso
La cooperativa si impegnerà inoltre a
conciliare l’interesse dei soci di acquistare cibo e altri beni di buona qualità a prezzo contenuto con il diritto dei produttori a un equo compenso del lavoro e l’interesse collettivo – della comunità attuale e delle generazioni future – alla preservazione dell’ambiente naturale; questo avverrà operando in cooperazione e in ottica mutualistica tra i soci, sostenendo le persone economicamente o socialmente svantaggiate, tra la cooperativa e le reti dei produttori e tra la cooperativa e il territorio.

Un fenomeno globale
Iniziative simili hanno avuto grande successo a Brooklyn (Park Slope), a Bruxelles (BEES) e nuovi empori di comunità stanno muovendo i primi passi attivi annche in Francia (La Louve).
Fra i sostenitori di questo nuovo modello anche Olivier De Schutter, Relatore speciale dell’ONU sul diritto all’alimentazione e co-presidente del Panel internazionale di esperti sui sistemi alimentari sostenibili (IPES-Food) che, sull’esempio belga, ha dichiarato: “Il supermercato partecipativo e cooperativo BEES risponde a tre necessità: di contribuire prima a rendere l’alimentazione sostenibile e accessibile a tutti (…); la necessità di far partecipare i soci alla vita dell’emporio, favorendo la creazione di legami sociali e garantendo la sostenibilità economica dell’emporio; la necessità, infine, di collegare Bruxelles a Brooklyn e Parigi, dove esperienze del genere sono state lanciate o sono lanciate oggi, all’avanguardia dell’innovazione sociale (…).

Giovanni Notarangelo, per tutti i soci fondatori di Camilla, ha dichiarato:
“Siamo molto soddisfatti di questo passo e di quanto abbiamo costruito finora dopo mesi di lavoro collettivo; da ora in avanti ci aspetta la traduzione in realtà di quanto pensato ed il coinvolgimento di nuovi cittadini in questo progetto di comunità.
Il nostro sogno è che dietro un acquisto consapevole ci siano cittadini che possano allargare i propri interessi e entrare in pratiche collettive, cooperative e solidali, basate su relazioni positive e trasparenza”

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