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Il TRAM di Camilla in visita all’azienda agricola di Paolo Ciarimboli “Case Bottaro”

Con il primo T.R.A.M. di Camilla, abbiamo fatto visita ad un produttore della cooperativa La Terra e il Cielo e abbiamo riportato in emporio un po' di buonissimo aglio marchigiano!

L’azienda Case Bottaro di Paolo Ciarimboli produce uno scalogno ora iscritto all’albo della biodiversità agraria: lo scalogno di Pergola, che prende il nome dalla località in cui è coltivato.

Il terreno è molto adatto anche alla coltura dell’aglio rosso di Sulmona, un aglio certificato bio che cresce in alta collina, in condizioni climatiche ideali e si mantiene fino all’arrivo dell’estate successiva se conservato in un luogo fresco buio e asciutto.

L’azienda lo pianta ogni anno e solitamente lo vende alle fiere e alle sagre. A causa della pandemina, come sappiamo, le sagre si sono molto ridotte e Paolo ha una grande produzione di ottimo aglio ferma in magazzino. Camilla ha deciso di sostenerlo con l’acquisto delle trecce da vendere in emporio.

T.R.A.M è il Turismo Responsabile Autogestito e Mutualistico di Camilla :: Emporio di Comunità

Paolo Ciarimboli, zappatore senza padrone

Paolo Ciarimboli, agricoltore di montagna e custode della biodiversità, è il titolare dell’Azienda agricola biologica e fattoria didattica “Case Bottaro” a Montaiate di Pergola (PU).

Agricoltore biologico assieme la moglie Katharina, la “Bini”, dal 1986 con il Collettivo Zappatori senza padrone (quelli che usavano cavallo e asino e non l’elettricità). Nel 1988 avvia l’Azienda agricola e fattoria didattica Case Bottaro, e da allora è socio della cooperativa La Terra e il Cielo.

Da sempre è sostenitore attivo dell’Orto biologico scolastico di Pergola e tra le tante attività, è anche il promotore di Terra Bene Comune: un’agricoltura su piccola scala.

Fonte: laterraeilcielo.it

La storia di Case bottaro

Paolo acquista la terra nel 1988. È uno dei 106 soci della Cooperativa La Terra e il Cielo alla quale quest’anno ha conferito 50 quintali di farro. Una piccola cosa, compensata da altri soci che consegnano più prodotto. L’azienda di Paolo partecipa anche alla Rete Humus e alle assemblee della cooperativa insieme agli altri agricoltori con i quali si è instaurato un rapporto di fratellanza: condividono le difficoltà, la crescita e le strategie.

L’agricoltura odierna ha la tendenza ad industrializzare i processi, e riproduce i ritmi e l’alienazione della catena di montaggio. Paolo, come i contadini con cui partecipa a queste reti, lotta per superare il senso di sottomissione e rassegnazione a favore dell’autodeterminazione agricola. È figlio di un’insegnante e un impiegato e ha abbracciato il lavoro agricolo per scelta. Tanti suoi colleghi, figli di contadini da generazioni, non hanno ancora interiorizzato la ribellione alla razionalità industriale imposta dalle politiche agricole e dai mercati. Paolo la definisce “rassegnazione genetica” (secoli di servi della gleba e mezzadria, e poi l’imprenditorialità strutturata e guidata dalle leggi di mercato).

Ora Paolo vende e lavora soprattutto con i gas, non solo locali. Con questi ha coniato il termine di “KM Puro”, ovvero il senso di fiducia e collaborazione che supera il problema della distanza chilometrica.

Un "circolo di produzione" con le famiglie del luogo

Per un gruppo di una dozzina di famiglie, chiamato “Circolo di Produzione”, Paolo pianta anche prodotti particolari su richiesta, come quest’anno i fagioli rossi.

Con queste famiglie si instaura un patto/accordo di acquisto e condivisione del rischio, come nella logica delle CSA (Comunità che Sostengono l’Agricoltura). Chi partecipa non mette il lavoro, ma anticipa una quota mensile che viene restituita in beni alimentari due volte al mese: una specie di cassetta dove è l’agricoltore a mettere ortaggi, conservati, trasformati, verdure a propria scelta secondo le disponibilità, per un valore corrispettivo alla quota versata dalla famiglia.

Poter contare sulle quote mensili è essenziale per sostenere i costi vivi dell’azienda: la semina, i macchinari, le assicurazioni, costi difficili da conteggiare ma che incidono molto sulla disponibilità di liquidità dell’agricoltore.

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